Nella natura c’è un disegno ordinato?
Se così fosse il paesaggio montano dovrebbe apparire come una irregolarità, una mostruosità geologica che minaccia e terrorizza.
Per molti secoli il paesaggio montano è stato un luogo non interessante dal punto di vista scientifico ed estetico. Solo in epoca moderna, a partire dalla fine del Seicento, si sviluppa una sensibilità nuova che consente di contemplare il selvaggio e l’irregolare come portatori di bellezza e oggetti di interesse. L’ambiente montano diviene allora un grande laboratorio all’aria aperta, cruciale perché intriso di disordine, e molto significativo per elaborare ipotesi sull’origine della terra.
Dal punto di vista scientifico, l’ambiente montano sembra rivelare la complessità dell’ordine naturale; dal punto di vista estetico esso svela una nuova forma di bellezza, il sublime, che dà valore ad elementi violenti e distruttivi.
Sabato 5 aprile, alle 18,30, presso la libreria Rinascita
Paola Giacomoni, mostrerà in che modo è avvenuto tale passaggio di sensibilità rispetto al paesaggio montano, un passaggio che è alla base dell’atteggiamento contemporaneo nei confronti della natura.
Paola Giacomoni insegna Storia della filosofia presso l’Università di Trento. I suoi interessi sono di tipo interdisciplinare e riguardano la filosofia della natura in epoca romantica, la storia delle idee in età rinascimentale e l’estetica del paesaggio. Fra i suoi lavori Le forme e il vivente. Morfologia e filosofia della natura in J.W.Goethe, Napoli 1993, Il laboratorio della natura, Paesaggio montano e sublime naturale in età moderna. Milano, 2001. È stata curatrice scientifica tra il 2003 e il 2005 della mostra Montagna. Arte, scienza, mito, e della mostraLa terra trema, terremoti, catastrofi e tsunami nella collezione Kozak, entrambe presso il Mart di Rovereto.