Attraverso la trascrizione e l’analisi critica di oltre 60 documenti d’archivio del secolo XIX, il libro narra di atti eroici, omicidi, furti, della manutenzione dei ponti, di eventi naturali, della cattiva amministrazione comunitaria, insieme a pagine di storia. Il filo conduttore è il trascorrere inesorabile del tempo che, dal 1800 al 1899, anno dopo anno, restituisce un intreccio vivido di luoghi e personaggi che hanno plasmato la Nobil Terra d’Arquata (era così chiamata nei testi antichi) e la sua comunità.
Dopo il sisma, oggi più che mai è preziosa, accanto alla ricostruzione edilizia, la ricostruzione identitaria di quel Borgo che, unicum con la sua Rocca, dal medioevo ha rappresentato un importante e conteso baluardo per il controllo del transito sulla via Salaria, a protezione dei confini tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli.
Gabriele Lalli, studioso-ricercatore nato a Roma nel 1952 ma arquatano di origine, coltiva da sempre la passione per la storia dei luoghi dove già da bambino trascorreva le vacanze estive presso i nonni. La sua curiosità lo porta presto alla ricerca di fonti e tradizioni locali che, attraverso la riscoperta minuziosa del territorio, sfocia in un approfondimento presso archivi e biblioteche di Roma, Ascoli, Norcia, Spoleto e nella stessa Arquata dove, prima del sisma, ha potuto consultare, fotografare e trascrivere numerosi documenti sulla storia locale (molti dei quali purtroppo sono andati perduti).
Al territorio di Arquata ha dedicato i seguenti testi, tra i quali i recenti “La Torre Civica di Arquata del Tronto” e “Vino Pecorino di Arquata”.