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Borghi

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TRE ESCURSIONI DEDICATE AI BORGHI ABBANDONATI (E NON) DELL’APPENNINO ASCOLANO E TERAMANO

Il programma prevede:
Venerdì 24 ottobre – ore 18 – presso la sede della Sezione – presentazione delle tre escursioni Saranno proiettate immagini dei borghi abbandonati che incontreremo durante gli itinerari programmati e potremo discutere delle problematiche connesse cogliendole da un punto di vista particolare, che è il nostro, quello di chi conosce il territorio camminandoci dentro.

Domenica 26 ottobre partenza ore 7:30
da Via Recanati (domenica si dorme un’ora di più con il ritorno all’ora solare) ANELLO DI VALLE PIOLA (TE) PER IL MONTE DELLA FARINA
Casualmente l’escursione capita nella stessa giornata della festa d’autunno di Leofara. Pertanto, al termine della camminata, ci si potrà fermare per recuperare un po’ di calorie e partecipare alla festa.

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Traversata in collaborazione con il CAI di San Benedetto del Tronto

Domenica 19 ottobre, con Pullman

Sentiero Italia tra i confini di Marche, Abruzzo e Lazio, nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

Da San Paolo a Illica, per Monte Libretti, Monte Cesarotta, Màcera della Morte e Monte Pian Zaeta. La traversata è una classica con arrivo a Colle ma in questo caso si arriverà a Illica, allungando di 2 km circa, si attraverseranno tre Regioni percorrendo totalmente il sentiero Italia. Lunga ma non troppo faticosa, il dislivello in salita è diluito sui 9 km fino al Termine di confine. Il percorso, quasi tutto di cresta, è molto suggestivo, a tratti su lunghe cenge di arenaria, a tratti nei boschi, e infine su larghi e panoramici prati, anche dopo aver raggiunto la vetta di Màcera della Morte 2073 metri. In allegato la relazione dell’escursione:

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Slowbike/Domenica 5 ottobre

Eccoci ad uno degli ultimi appuntamenti di questa nostra fantastica stagione Slowbike previsto domenica 5 ottobre, come sempre ricco di spunti di grande interesse ambientale e storico e che lancia ancora altre idee per lo sviluppo della rete di mobilità lenta ed eco sostenibile. L’itinerario rappresenta una prima parte relativa ad un’ipotesi di percorso di collegamento tra Ascoli e Teramo che si sviluppa su una duplice direttiva: la prima è più spostata ad est e presenta tratti stradali, ma offre la possibilità di attraversare i centri abitati di Civitella del Tronto e di Campli; l’altra, che sarà in parte percorsa… Leggi tutto »Slowbike/Domenica 5 ottobre

Comunicato stampa del CAI Centrale

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PARCO NAZIONALE DEI MONTI SIBILLINI: QUALE FUTURO?

LA PREOCCUPAZIONE DEL CAI

Apprensione per le aspettative oggi disattese sorte intorno all’idea di un Parco vivo e partecipato

Questo principalmente a causa del grave stallo istituzionale e operativo in cui il Parco Nazionale dei Monti Sibillini – come molti altri in Italia – è costretto dalla mancata nomina dei componenti del Consiglio Direttivo

Milano, 20 settembre 2014

In una lettera aperta inviata oggi al Ministro dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare Gianluca Galletti e per conoscenza al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Presidente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini Oliviero Olivieri, al Direttore del Parco Franco Perco e al Presidente del Collegio Nazionale Guide Alpine Cesare Cesa Bianchi, il Club Alpino Italiano attraverso la voce del Presidente Generale Umberto Martini esprime la propria apprensione per il futuro dei parchi italiani, e in particolare del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Un futuro che è divenuto precario e denso di interrogativi, anche per carenza di chiari indirizzi e stabilità di governance, oltre che di risorse adeguate.

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Ripulito un tratto di sentiero per Serra-Collegrato

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Domenica 14 settembre un gruppo di soci della Sezione ha partecipato al programma di ripulitura dei sentieri attorno al fosso della Pantana predisposto dagli Amici del Borgo di Laturo. La squadra era composta da soci CAI delle Sezioni di Ascoli Piceno e Teramo ed ha sistemato il bel sentiero che dalla strada per Settecerri risale al borgo abbandonato di Serra e prosegue sulla cresta panoramica sopra il lago di Talvacchia, fino a raggiungere Collegrato. Qui c’è stato il rendez-vous con l’altra squadra di Federico Panchetti che ha pensato alla ripulitura del tratto che dal monte Capitone scende a Collegrato. Tutto,… Leggi tutto »Ripulito un tratto di sentiero per Serra-Collegrato

RIPULITO LO ZILIOLI E RIMESSA AL SUO POSTO LA CROCE DI TITO

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Sabato 6 settembre un nutrito gruppo di soci della Sezione, insieme ai delegati della Stazione di Soccorso Alpino di Ascoli e ai ragazzi dell’Alpinismo Giovanile, sono saliti alla Sella delle Ciaule armati di sacchi e scopettoni ed hanno partecipato alla consueta iniziativa di ripulitura del Rifugio Zilioli.

Si è potuto constatare con soddisfazione che il materiale raccolto era di quantità nettamente inferiore allo scorso anno, segno che il buon esempio dato è stato recepito dagli escursionisti. I volontari hanno anche portato a termine il ricollocamento della croce dedicata a Tito Zilioli nel punto in cui la morte lo colse il 30 marzo 1958 e che qualche escursionista ignorante aveva tolto qualche mese fa per trasferirla sulla cima del Vettoretto.

La croce è anche un toponimo riportato sulle carte (circa 1950 m).

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Escursioni con il CAI di San Benedetto del Tronto Per il mese di Settembre/Ottobre

La Commissione Escursionismo per tutto il mese di settembre e la prima settimana di ottobre sarà impegnata con il corso di Escursionismo Avanzato. I soci che non sono iscritti al corso potranno partecipare alle escursioni dei nostri cugini della sezione di San Benedetto del Tronto, un referente della nostra sezione sarà a disposizione il mercoledì e venerdì in sede per le iscrizioni. Il calendario è il seguente:

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PARCO DEI SIBILLINI – COLLEGIO DELLE GUIDE ALPINE: UNA CONVENZIONE SBAGLIATA

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Il Parco nazionale dei Sibillini informa di aver stipulato un accordo con il Collegio regionale delle Guide Alpine per la pratica sostenibile delle attività alpinistiche, a tutela del ripopolamento del camoscio appenninico e con particolare riferimento ad aree sensibili come il Monte Bove. Questo, malgrado una richiesta ufficiale del CAI Marche e Umbria di istituire un tavolo consultivo già previsto da un protocollo di collaborazione siglato ben 14 anni fa dal CAI e dal Parco.

L’accordo impegna il Parco “a riconoscere il Collegio quale referente tecnico ufficiale in materia di attività alpinistiche” (art.3), con la precisazione che esse includono “le attività di alpinismo, di arrampicata, di bouldering, escursionistiche, sci-escursionistiche, sci-alpinistiche, ciclo escursionistiche (mountain bike), speleologiche, torrentistiche e dei parchi acrobatici, comprese le attivita a queste collegate, svolte in modo autonomo o in accompagnamento, a livello professionale e non, in qualsiasi stagione e su qualsiasi terreno, ivi compresi terreni innevati e non, roccia, ghiaccio e media montagna” (art.2).

E’ evidente che, secondo la Direzione del Parco, esiste un unico soggetto competente e possibile referente in materia di attività in ambiente montano. Esiste un unico soggetto titolato a collaborare con il Parco al fine di garantire la compatibilità delle sopraddette attività alpinistiche con la tutela dell’ecosistema montano, la formazione di una coscienza ambientale e la promozione di un alpinismo di tipo tradizionale e sostenibile.

Non siamo d’accordo. Invitiamo il Parco dei Sibillini a prendere atto che il Club Alpino Italiano, fondato nel 1863 ed eretto a ente pubblico con legge dello Stato n.91 del 1963, “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale” (art.1 Statuto CAI), trae sua forza rappresentativa da oltre 315.000 soci e quasi 500 sezioni (di cui circa 3740 soci e 14 sezioni nelle Marche) e fonda la sua attività volontaristica sui principi di tutela e promozione dell’ambiente montano, nonchè della sua frequentazione su basi di responsabilità, consapevolezza e autoformazione.

Ci appare grave che la Direzione del Parco abbia ignorato il nostro ruolo istituzionale e disatteso il nostro patrimonio ultracentenario di competenze, di esperienza e di tradizione. Un patrimonio collettivo e capillarmente diffuso nel corpo sociale, basato sul puro volontariato, sulla passione e sulla conoscenza della montagna. Un patrimonio che in più occasioni abbiamo messo a disposizione del Parco, con la nostra opera di segnatura e mappatura dei sentieri, con interventi pubblici a supporto della tutela degli ecosistemi interni al Parco.

Ricordiamo che il Parco dei Sibillini deve per larga parte la sua stessa istituzione alle battaglie ambientaliste della Sezione CAI di Ascoli Piceno (suggeriamo al Direttore la lettura di “Sibillini, storia di un Parco”, a cura di Marcello Nardoni, edito dalla Sezione del CAI di AP).

Ricordiamo che la scoperta alpinistica e la divulgazione del territorio dei Sibillini è in consistente misura dovuto a soci del CAI che, sin dagli anni Trenta dello scorso secolo, dal precursore Angelo Maurizi fino agli alpinisti del CAI dell’Aquila, Macerata, Ascoli, Perugia, Roma, vi hanno aperto vie alpinistiche. Ricordiamo che i Sibillini ed il Parco debbono la loro notorietà anche alle numerose pubblicazioni del CAI (prima guida dei Sibillini del 1983) e della Società Editrice Ricerche, fondata e gestita da soci di Ascoli Piceno che hanno esplorato, censito e divulgato itinerari escursionistici e salite alpinistiche.

Ricordiamo che da sempre il CAI coniuga nelle proprie attività la tutela dell’ambiente montano e la formazione alla sua frequentazione consapevole e autonoma. Con una costante e capillare opera sul territorio, attraverso corsi di base e avanzati, programmi sezionali di attività in ambiente e iniziative culturali, titolati CAI e soci esperti contribuiscono ad un costante processo formativo dei cittadini di ogni età, incrementando e condividendo un bagaglio pluridecennale di conoscenze tecniche e culturali. In tal modo, la frequentazione consapevole e rispettosa diventa essa stessa il più efficace presidio di tutela e valorizzazione del territorio montano.

A fronte delle gravi dimenticanze ad opera della Direzione del Parco, il “contentino” dell’art.5 della convenzione (“Sono fatti salvi gli accordi stipulati dal Parco – o che verranno stipulati – con altri soggetti in materia di attività in montagna, con particolare riferimento al CAI e alle Guide del Parco; in questi casi, il Collegio si impegna a stabilire un rapporto collaborativo anche con tali soggetti fermo restando il suo ruolo di indirizzo tecnico generale in tema di attività in montagna”) suona vuoto, se non ironico, laddove si preoccupa – più che di individuare un vero ambito di competenze del Sodalizio – di riconfermare l’investitura “fiduciaria” esclusiva al Collegio delle Guide.

Un pessimo esempio di amministrazione, che nega in un sol colpo i principi cardine dell’ordinamento e dello stesso Statuto del Parco, che incentivano la leale cooperazione tra amministrazioni e corpi sociali e la partecipazione attiva ai processi decisionali.

Spiace constatare come il Parco abbia perso l’occasione preziosa di inaugurare un nuovo metodo partecipato, coerente con detti principi, che consentirebbe di elaborare le più efficaci modalità di frequentazione del territorio, non escluse le restrizioni di attività antropiche funzionali al rispetto degli ecosistemi e delle loro vulnerabilità. Un vero peccato, perchè mettere in rapporto gerarchico – e non paritario e collaborativo – i soggetti coinvolti a vario titolo nella fruizione e nella tutela del territorio montano, genera soltanto inefficienza e conflittualità. E la Direzione di un Parco nazionale, tutto questo, dovrebbe saperlo.

Paola Romanucci, Presidente della Sezione CAI di AP

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